I restauri
Negli anni 1987-1988 un massiccio lavoro di restauro strutturale, intrapreso dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Bologna, ha interessato l’intero contenitore storico.
Resa necessaria dalle precarie condizioni del tetto, la ristrutturazione ha perseguito in verità un obiettivo più ambizioso, oltre il valore tutto ottocentesco dell’abitazione. Garantita la conservazione rigorosa dell’appartamento carducciano, si è mirato al rinvenimento di elementi inediti per la storia edilizia e urbana, attraverso il recupero della configurazione spaziale del primigenio sito devozionale senza trascurare una compiuta testimonianza delle successive trasformazioni subite dal palazzo, da chiesa-oratorio a dimora frazionata in appartamenti.
Nell’intento di valorizzare il peculiare suo volto monumentale, si è optato, quanto all’aspetto esterno dell’edificio, per un ritorno al colore proprio dell’edilizia specialistica dei secoli XVII-XVIII. Pertanto alla tinta rosso arancio, caratteristica della ‘ruralizzazione’ ottocentesca operata sull’architettura religiosa, si è preferito il colore bianco avorio che ora contraddistingue i muri della casa.
Al piano terra, che dal 1990 ospita la sezione espositiva del Museo civico del Risorgimento, sono state ripristinate le antiche volte cinquecentesche della chiesa, riscoprendovi le decorazioni eseguite nel 1742 verosimilmente da Giuseppe Maria Orsoni.
L’attività di restauro conservativo si è quindi rivolta a tutti gli arredi originali dell’appartamento carducciano: dai mobili alle carte da parati a stampiglia che adornano le pareti dello studio e della biblioteca del professore e il salotto buono della moglie, dagli affreschi dei soffitti ai pavimenti a terrazzato veneziano dipinti, dalle stufe ai tessuti dei tendaggi e delle poltrone. Queste operazioni si sono protratte fino al 1996, data di riapertura dell’istituto.
In tempi più recenti, grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, in applicazione alla L.R. 18/2000, l'attività di risanamento ha interessato le stores nello studio del poeta-professore, i camini, diversi soprammobili di Elvira, l’insieme variegato dell’iconografia di Giosue, senza trascurare i capi sopravvissuti del suo abbigliamento.