La camera da letto di Giosue
Gli arredi sono tutti riferibili alla seconda metà del XIX secolo: il nudo letto di ferro si trova fra quattro scansie in abete che raccolgono quasi duemila volumi, di cui la maggior parte sono edizioni del '700, ma pure notevole è il numero delle seicentine e delle cinquecentine.
Quanto ai contenuti, si tratta di una sezione composita dove è possibile individuare nuclei diversi. Il più ricco è senz'altro quello degli auctores (Orazio, Virgilio, Catullo, Lucrezio, Tibullo, Claudiano, Properzio). Fra questi il più rappresentato è Orazio, letto ed amato fin dai tempi delle Scuole Pie di Firenze. Altri nuclei: un piccolo lotto di testi didattici (grammatiche teoriche e pratiche) per apprendere le lingue straniere; un ricco corpus di canti popolari, proverbi, fiabe che non si riferiscono solo alle varie regioni italiane, ma anche ad altri popoli; antologie dei primi secoli della nostra letteratura, florilegi da poeti del '400 (Boiardo, Sannazzaro, Poliziano), del Cinquecento e del Seicento (Marini, Achillini, Stigliani, Magalotti, Tansillo); compatta, infine, la schiera dei commediografi di questi secoli (Ruzzante, G. B. Della Porta, L. Dolce).
I comodini, l'étagère pensile, la dormeuse, la toilette in marmo, l'appendiabiti, il cassettone in noce, un piccolo lavandino in granito in funzione dal 1901, un tavolinetto con teca contenente la fascia verde che, secondo il rito massonico, fu messa a tracollo della salma del poeta, ammobiliano la stanza. Alle pareti alcune riproduzioni, fra cui, sul letto, un'oleografia raffigurante la Madonna della Seggiola di Raffaello, una fotografia dell'Acropoli, omaggio del collega geologo Giovanni Capellini (1833-1922) e un dipinto della cara amica, la scrittrice inglese Louisa Grace (1818-1865), moglie di Francesco Bartolini a Pistoia dove si era stabilita nel 1841.