La Natura e il Poeta

Così recita la didascalia del gruppo statuario realizzato per ultimo.

La vera musa ispiratrice del poeta è rappresentata da una figura femminile nuda «delicata e insieme potente», col capo reclinato, adagiata quasi scavata nel marmo e «ancora aderente ad esso come la natura».

Il poeta, un giovane coronato di alloro, è in procinto di abbracciarla, protendendo «le braccia febbrili alla Natura che gli si abbandona con appassionata gioia» (Cozzani).

Ai piedi del gruppo, eppure distante, un fauno seduto suona il flauto e ricorda «Pan l'eterno che su l'erme alture... solingo va», il mitico dio dei boschi e delle campagne che in Davanti San Guido placa con la «diva armonia» della sua musica le afflizioni del poeta. La statua del satiro (dai primi anni del secondo dopoguerra mutila della mano che regge il flauto, nonché delle dita dell'altra) è stata suggerita all'artista dall'esigenza di equilibrare la massa del «Sauro destrier», il gruppo statuario che le fa riscontro.