L'appartamento
L’impressione è quella di entrare in una biblioteca piuttosto che in una casa. La maggior parte delle stanze sono munite di robuste scaffalature su cui sfilano i volumi con cui Carducci ha vissuto, da sempre ragione d'essere della sua esistenza. Gli arredi, i mobili e le varie suppellettili restituiscono al visitatore l’atmosfera dell’abitazione borghese di fine Ottocento.
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L'ingresso
vedi i dettagliGià in questa stanza a dare una precisa identità all'ambiente sono i libri disposti in quattro scaffalature denominate da Albano Sorbelli con le prime lettere dell'alfabeto.
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La biblioteca
vedi i dettagliProtagonista in questa ampia sala è la letteratura italiana del Settecento e dell'Ottocento nei tre grandi generi tradizionali: il lirico, il narrativo e il drammatico.
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Lo studio
vedi i dettagliSiamo entrati nel luogo più vissuto dal padrone di casa, la stanza in cui ha trascorso gran parte delle sue giornate, in compagnia degli amici più fidati: i suoi libri e le sue carte.
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Il corridoio-archivio
vedi i dettagliDalla biblioteca si accede a un corridoio che conduce a tre stanze: la camera da letto di Giosue, la sala da pranzo, la camera da lavoro di Elvira.
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La camera da letto di Giosue
vedi i dettagliGli arredi sono tutti riferibili alla seconda metà del XIX secolo: il nudo letto di ferro si trova fra quattro scansie in abete che raccolgono quasi duemila volumi, di cui la maggior parte sono edizioni del '700, ma pure notevole è il numero delle seicentine e delle cinquecentine.
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La sala da pranzo
vedi i dettagliAdiacente alla camera da letto di Giosuè, è la sala da pranzo arredata con vario mobilio di fine Ottocento.
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La camera da lavoro di Elvira
vedi i dettagliDal corridoio si passa alla camera da lavoro di Elvira Menicucci. Entriamo nel mondo della padrona di casa.
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La camera da letto di Elvira
vedi i dettagliLa sala, assai ampia, presenta nel soffitto a botte decorazioni con vedute paesaggistiche monocrome che richiamano il gusto della Scuola bolognese della metà del Settecento.
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Il salotto buono
vedi i dettagliAll'austera semplicità degli ambienti finora visitati, privi di ornamenti che non siano ricordi di episodi significativi della biografia dello scrittore, fa riscontro la dovizia del "salotto buono" di Elvira Carducci.