Giosuè Carducci

  • La vita

    Primo poeta dell'Unità, «esploratore di storia letteraria», come era solito autodefinirsi, italiana ed europea, promotore instancabile di eventi culturali destinati a formare il nuovo Stato uscito dal processo risorgimentale, «grande istitutore» dell'Italia unita, Giosue Carducci è stato un indiscusso protagonista del nostro Ottocento.

    Trascorsa la sua prima giovinezza in Toscana, ha vissuto la sua maturità a Bologna, dove è approdato nel 1860 per ricoprire la cattedra di letteratura italiana nell'Ateneo della città, amata quasi subito come «seconda patria».
    A Bologna e da Bologna, lo scrittore ha infatti esercitato, per più di quarant'anni, il suo alto magistero, ha combattuto le sue battaglie politiche, ha sperimentato i modi e le forme di una nuova poesia, ha ricercato con passione un confronto costruttivo con la cultura letteraria e scientifica italiana ed europea. La precoce risonanza conquistata all'estero con la produzione «barbara» e favorita dalle traduzioni di alcune delle sue liriche più celebri, ha creato le salde premesse per il riconoscimento più prestigioso ottenuto nel 1906 col Premio Nobel.

    A Bologna, luogo dell'anima e degli affetti più saldi – la famiglia, gli amici, i colleghi e la scuola prediletta – Carducci ha legato il patrimonio di una vita: i libri amorosamente raccolti lungo l'arco dell'intera esistenza, insieme alle carte dell'archivio, consultabili oggi nell'ultima dimora vissuta a Bologna.

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  • I luoghi di Giosue

    La costiera toscana fra la Versilia e la Maremma, le terre della fanciullezza; Bologna, la città dove ha compiuto le fondamentali esperienze letterarie e affettive; Roma, celebrata per il suo glorioso passato e scoperta solo nel 1877, ma soprattutto le Alpi e la Romagna, additata spesso a vera patria, sono fra i luoghi che scandiscono la geografia carducciana.

    Allo stesso modo, alcuni ambienti hanno rappresentato un punto di approdo costante e insostituibile per lo scrittore, nell'arco del suo lavoro. Per esempio a Bologna le case dove ha abitato e l'Università in cui ha insegnato per più di quarant'anni; a Firenze le grandi biblioteche frequentate assiduamente. In alcuni di questi luoghi si respira tuttora l'aura carducciana e alcune dimore o stanze abitate da Giosue sono state dedicate alla sua memoria attraverso un processo di musealizzazione.

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  • Carducci in posa

    Poco sensibile al linguaggio delle immagini e restio a posare per artisti e pittori, Carducci è tuttavia presente nella ritrattistica fotografica di fine Ottocento. 
    Il suo volto, più pensoso e accigliato che sereno, gli occhi acuti e penetranti, la sua figura piccola e insieme massiccia, corredano specialmente gli articoli che i contemporanei hanno dedicato nella stampa periodica al poeta più rappresentativo dell'Italia unita, con l’intento di presentarci anche lo scrittore calato nell'atmosfera quotidiana.

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  • Caricature

    Dal 1890 ai primi anni del Novecento Giosue Carducci è stato il soggetto privilegiato degli scherzi della matita di alcuni artisti illustri nell’arte del ritratto caricaturale sui quotidiani e periodici umoristici, soprattutto bolognesi e romani.

     

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  • Familiari, amici e amiche

    La famiglia del poeta è qui rappresentata dalla moglie Elvira, dalle figlie Beatrice e Libertà. Giosue conobbe la futura moglie il 28 aprile 1849 a Firenze, dove la famiglia Carducci era giunta, ospite del sarto Francesco Menicucci. Costui, vedovo della madre di Elvira, aveva sposato in seconde nozze Anna Celli, la sorella della madre dello scrittore.
    Le nozze di Giosue con Elvira si celebrarono con grande semplicità a Firenze il 7 marzo 1859. Testimoni furono Targioni Tozzetti e l'amico più intimo di Carducci per oltre cinquant'anni, il letterato aretino Giuseppe Chiarini, conosciuto nel 1854.

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  • Le opere