Il museo

  • La storia dell'edificio

    «Oggi ho ammirato la mia nuova casa» scriveva Giosue Carducci il 26 aprile 1890 all’amico fraterno Giuseppe Chiarini.
    La nuova abitazione, presso le Mura di porta Mazzini al n. 4, era stata scelta dal poeta-professore sia per la posizione solitaria, quasi in campagna allora, lontana dal frastuono cittadino che lo aveva alquanto infastidito, quando alloggiava in un quartiere del più nobile palazzo Rizzoli in strada Maggiore nel centro storico, sia per il suo assetto comodo e spazioso ben adatto ad accogliere una raccolta libraria che intorno al 1880, fra acquisti scambi e doni, era cresciuta a dismisura contando più di trentamila unità bibliografiche.
    L’edificio, situato fra porta Mazzini e porta Santo Stefano, ha una storia antica.

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  • L'appartamento

    L’impressione è quella di entrare in una biblioteca piuttosto che in una casa. La maggior parte delle stanze sono munite di robuste scaffalature su cui sfilano i volumi con cui Carducci ha vissuto, da sempre ragione d'essere della sua esistenza. Gli arredi, i mobili e le varie suppellettili restituiscono al visitatore l’atmosfera dell’abitazione borghese di fine Ottocento.

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  • Il giardino memoriale

    Lo spazio verde ai lati del villino, nella prima metà dell'Ottocento era costituito da prati e orti. Verosimilmente una siepe separava la dimora dal terreno antistante. Non è dato sapere, dell'esistenza di un giardino in questa area. Quando la dimora divenne casa Carducci, sul terrapieno inclinato a ridosso della mura verso porta Ssnto Stefano, in parte del luogo oggi occupato dal monumento, venne allestito un giardino.
    Il Monumento a Giosue Carducci fu progettato intorno al 1909 da Leonardo Bistolfi (1859-1933) ed eseguito nell'arco di diciotto anni (concluso nel 1927), mentre il Comune di Bologna, dopo aver acquistato il terreno necessario, procedeva alla sistemazione della piazza di fronte.
    Ben consapevole del ruolo decisivo che la natura ha nella poesia di Carducci, Bistolfi si preoccupa innanzitutto della scenografia e dell'architettura del giardino. Questo viene scelto, fra i diversi luoghi proposti dalla cittadina Commissione consultiva per il monumento, come l'unico adatto ad inserirvi l'opera, in quanto consente una piena e felice integrazione fra artificio e natura, verde e scultura, conforme
    i principi del Liberty, il clima culturale in cui l’opera si colloca. Nel Bozzetto generale del monumento (1909) in gesso spiccano così sui minuscoli gruppi statuari le piante. L'artista ha conservato da un lato alberi e cespugli che lo scrittore vedeva quotidianamente (edere, la vite, il fico, viburni, cipressi, melograni, sambuchi, un nespolo, bagolari, ecc.), dall'altro ne ha scelti altri in base a criteri
    simbolici evocativi e cromatici: bossi e allori. Il giardino inoltre si arricchisce di altri cipressi, di ippocastani, pioppi, ginko biloba, aceri campestri, allori, bossi, rose, della bignonia e del glicine addossati alle antiche mura, anche sul retro, nell'area che dà oggi sul viale di circonvallazione (denominato viale Carducci). Per volontà dello scultore viene infine innalzata, proprio come si addice ai monumenti
    commemorativi, una cancellata a protezione del "luogo sacro".
    Il 12 giugno 1928 il monumento è stato inaugurato dai sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena.

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  • Visitare la casa museo

    La casa museo è aperta al pubblico:

    • martedì e giovedì: 9-13;
    • venerdì: 15-19;
    • sabato, domenica e giorni festivi: 10-18
    • chiusa lunedì e mercoledì.
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  • Audioguida per smartphone